mercoledì 21 ottobre 2020

STEP #9 - Gli inventori

L’ invenzione della semplice bussola come anche di quella topografica a traguardi è difficile da collegare ad un unico nome o cerchia di persone. La tesi più accreditata è che il principio di funzionamento dell’ago magnetico sia stato scoperto dai cinesi con l’introduzione di bussole rudimentali non impiegate per la navigazione nautica, bensì nell’arte della divinazione del feng shui.

Bussola utilizzata nel feng-shui


 I primi cenni storici sull’utilizzazione in Europa della bussola risalgono alla fine del XII secolo (infatti Brunetto Latini menziona lo strumento nella sua opera ''Il Tresor'') e attribuiscono agli amalfitani lo sfruttamento di tale strumento. Intorno all’anno mille oltre alla ripresa dell’interesse per la matematica e l’astronomia sorsero comunità costiere autonome a seguito della disgregazione dell’Impero Romano e degli eventi storici successivi.

In quel periodo Venezia, Genova, Pisa ed Amalfi, si erano già affermate come città-stato con interessi prevalentemente marittimi; esse divennero, per necessità, fucine di idee, di scoperte e di nuove realizzazioni nel campo della navigazione. È credibile quindi che ad Amalfi, come è nella tradizione, sia stata ideata, migliorata o adottata ai fini nautici la bussola, mentre l’ipotesi che l’uso dell’ago magnetico sia stato trasmesso ai popoli occidentali per mezzo di intermediari indiani ed arabi, che percorrevano con i Cinesi l’Oceano Indiano è verosimile anche in considerazione del fatto che durante il periodo delle Crociate (1096-1291) si crearono notevoli rapporti politici e commerciali fra Occidente ed Oriente.

 
Flavio Gioia al lavoro nel suo studiolo, con il magnete nella bacinella d’acqua in primo piano e il panorama delle colline amalfitane sullo sfondo.

L’ invenzione della bussola è spesso collegata al nome dell’amalfitano Flavio Gioia ma probabilmente tale personaggio non è mai esistito e si tratterebbe di un errore di attribuzione.

Inoltre, numerose sono le opere che descrivono lo strumento. L’uso dell’ago imperniato viene riportato da Ugo De Bercy in uno scritto del 1248, e da Pietro Peregrino nella ''Epistula de magnete'' del 1269: è un breve trattato sulla bussola, che ne descrive i vari modelli, insieme con l’alidada azimutale ed i coperchi del bossolo trasparenti e graduati. Da queste fonti possiamo dedurre che la bussola a traguardi sia stata introdotta intorno al XIII secolo.


PROVE SCHIACCIANTI SULL' ORIGINE ITALIANA
In conclusione, sembra evidente che gli inventori della bussola moderna e di tutti i suoi vari perfezionamenti siano proprio gli Italiani e in particolare gli amalfitani. Per primo notiamo che nelle diverse lingue il termine bussola ha origine nell’italiano “compassare”. Una ulteriore conferma, in maniera indiretta, del coinvolgimento degli amalfitani nel perfezionamento della bussola è rappresentato dal simbolo del giglio della casa d'Angiò e simbolo della città di Amalfi, con cui fin dal Medioevo si indica il Nord sulle rose; esso può essere interpretato anche come una evoluzione della lettera «T» iniziale di Tramontana, ovvero il nord degli Amalfitani, che così chiamavano il vento proveniente dai monti (o paese Tramontano) alle spalle della città.

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